Satelliti e modelli predittivi per combattere le polveri sottili con il progetto D-DUST
“Esiste un ingente patrimonio di dati e osservazioni ambientali oggi disponibili come open data, con particolare attenzione al potenziale contributo delle nuove missioni satellitari dedicate al monitoraggio della qualità dell’aria”. A parlare è la professoressa Maria Antonia Brovelli docente di Sistemi Informativi Geografici al Politecnico di Milano. E proprio i modelli predittivi, uniti ai dati forniti dalle piattaforme satellitari, potranno dare un contributo decisivo allo studio delle polveri sottili e alle conseguenze sulla nostra salute e in particolare sulle malattie respiratorie e cardiovascolari.
Il progetto D-DUST (Data-driven moDelling of particUlate with Satellite Technology aid) vuole indagare l’impatto che le emissioni derivanti da attività agricole e zootecniche hanno sulla nostra salute. Finanziato dal bando “Data Science for Science e Society” di Fondazione Cariplo, il progetto schiera il Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICA) come capofila, con la collaborazione della Fondazione Politecnico di Milano, il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) e l’Università degli Studi dell’Insubria (DiSAT) come partner scientifici.
Lo studio verrà condotto anche grazie all’utilizzo delle piattaforme satellitari Sentinel del programma europeo Copernicus, tra cui il satellite Sentinel 5P che fornisce misurazioni open data su scala globale dei principali inquinanti atmosferici, unito allo studio di modelli predittivi spaziali basati su tecniche di machine learning.
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